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Il Codice segreto del caffè Triestino

Vienna, 1683: il Gran visir dell’Impero ottomano, Kara Mustafa, fugge con il suo esercito dalla capitale asburgica. I turchi si abbandonano a una ritirata disorganizzata, lasciando davanti alle mura di Vienna tende, armi, viveri e bottino. E tra quel bottino anche sacchi di caffè.                                                                                                                 

Il turco kahve (tradotto come “vino” o “bevanda eccitante”) affascinò il palato austriaco al punto da cominciare ad essere importato in grandi quantità nell’impero. Gli aromatici chicchi venivano trasferiti in Europa da Alessandria d’Egitto, e il porto più adatto a conciliare, con la sua posizione, realtà orientali e occidentali era proprio quello di Trieste.

Così il porto franco divenne (e rimane ancora oggi) uno dei principali centri europei di importazione del caffè : la città sembra ancora offrire, nelle strade e nelle caffetterie del centro storico, quell’atmosfera “aromatica”, un tempo condita di intellettuali e portuali, di borghesi e prostitute, che incarnava la “scontrosa grazia” cantata da Saba. Infatti i caffè, come luogo di aggregazione politica, culturale e ideologica divennero testimoni della commistione di nazionalità e culture che andavano in cerca di uno spazio nel porto asburgico.

Alla fine dell’800 a Trieste esisteva una vera e proprio economia che girava intorno al caffè:

  • 66 ditte di importazione e commercio;
  • 4 aziende per la lavorazione;
  • circa 10 torrefazioni;
  •  60 botteghe del caffè.

Nel 1904 venne aperta la Borsa del caffè proprio a Trieste. Nel giro di pochi anni, nel suo porto, transitarono più di un milione di sacchi l’anno. Oggi, circa il 30% del caffè importato in Italia continua a passare da Trieste che rimane il più importante “porto caffeicolo del Mediterraneo”.  il consumo annuo di caffè a Trieste è di 10 kg pro capite, ben il doppio rispetto al resto dell’Italia che si ferma a soli 5 kg!

Passeggiando per la città scoprirai il Tommaseo, il Caffè degli Specchi, il Tergesteo, il Caffè Stella Polare, il Torinese, l‘Urbanis, il Pirona, l’Antico Caffè San Marco: locali in grado di rievocare più di un secolo di storia cittadina attraverso vicende che raccontano di cultura, invasioni, letteratura, libertà.  A Trieste potrai visitare il Museo del Caffè, visitare una delle numerose torrefazioni o acquistare un carnet di degustazione “Trieste loves coffee”, che ti permetterà di degustare il caffè ad un prezzo speciale.

Ordinare un caffè non è facile come sembra

Ma non pensare di entrare in un bar di Trieste e di chiedere semplicemente: “un caffè!”, perché ti verrebbe immediatamente risposto: “come lo vuole?” e non perché si stia parlando di miscele! A Trieste infatti c’è una varietà tipica di modi in cui una persona può ordinare un caffè e che potranno dar luogo a notevoli equivoci rispetto alla terminologia standard.

Sta di fatto che “un caffè” nei bar di Trieste si chiama “un nero”. Casomai però si volesse un caffè macchiato, allora bisognerebbe ordinare “un cappuccino” perché chiedendo solo un “caffè macchiato”, il solerte barista arriverebbe con un caffè ristretto e il bricco di latte a parte. Ma qualora vogliate quello che per il resto del mondo è il classico “cappuccino”, sappiate che a Trieste non lo troverete. Vi è infatti “il caffellatte” ossia un cappuccino standard ma senza schiuma. Però potreste degustare “un capo in bì”, cioè un cappuccino servito al bicchiere, oppure un “gocciato”, ossia un caffè con una goccia di schiuma. Il tutto sempre nelle declinazioni e nelle variabili più tradizionali, cioè decaffeinato, ristretto, lungo, doppio, corretto, ecc.

Se quindi andate a Trieste per la prima volta ed entrate in un bar, non stupitevi davanti alla richiesta di “un deca capo in bì” perché è semplicemente un cappuccino decaffeinato.

GLOSSARIO DELLA TAZZINA, PER NON RIMANERE SENZA CAFFÈ!

  • Nero: il classico espresso in tazzina calda dal bordo spesso.
  • Deca: espresso decaffeinato.
  • Capo deca: un decaffeinato macchiato.
  • Gocciato o goccia: espresso macchiato con una goccia di latte caldo schiumato.
  • Capo: espresso macchiato caldo in tazzina.
  • Goccia in b: espresso con goccia di latte caldo servito in bicchiere di vetro.
  • Capo in b tanta: espresso macchiato in bicchiere di vetro con tanta schiuma.
  • Cbs: capo in b senza schiuma
  • Capo in b tanta special: è un macchiato in bicchiere di vetro con tanta schiuma di latte spolverata con del cacao amaro, molto diffuso al bar di Economia dell’università di Trieste.
  • Caffelatte: il classico cappuccino, servito in tazza.

Buona degustazione!!!!

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